Non so quanti anni avesse esattamente, penso tra i 67 e i 68 o anche meno non so, so che oggi ho saputo che non c'è più.
Singol, lavoratore, e conosciuto da tutto il paese per il suo difetto, beveva, era capace di farlo per tre giorni di fila senza neanche dormire, e quando crollava gli bastava una sedia, si dice che nessuno mai l'abbia visto scivolare a terra mentre dormiva narcotizzato dall'alcool.
Ubriaco non dava noie se non il suo continuo parlare "oh,o, o ,o nì "
Per tutti era "çèlà" nomignolo affibbiato per via del suo intercalare francese regalo degli anni passati a lavorare in Svizzera.
L'hanno trovato morto in casa dopo almeno due giorni, indagano, la sua morte potrebbe non essere naturale, forse l'ennesimo furto subito o forse no o forse spero non sia così.
E che mi dispiace tantissimo per lui, mi dispiace perchè era buono ed educato, sempre perfettamente in ordine eccetto i casi in cui era sbronzo e chi era stato a casa sua diceva che era più pulita ed ordinata di quelle delle migliori casalinghe, un po' me ne ero accorta era fissato con le tavolette igienizzanti per il wc, se notava diminuire le scorte sullo scaffale del mio negozio, non mancava di ricordarmi di ordinarle.
Ricordo tantissimo di lui lo vedevo tutti i giorni, ricordo l'educazione di fermarsi sulla porta perchè gli allungassi le sigarette o un panino, chiedeva scusa e ringraziava dicendo che non entrava perchè dal ritorno dal lavoro aveva le scarpe sporche, era un operaio della forestale, ricordo le incazzature per convincerlo educatamente ad uscire perchè dovevo chiudere e le sue scuse per restare ancora un altro po'.
L'ho visto l'ultima volta la settimana scorsa durante una delle mie passeggiate, mi era bastato uno sguardo per capire che aveva bevuto ma che ancora non era ubriaco, mi ha salutato con affetto, invitandomi a fermarmi, disse che gli mancavano le nostre chiacchierate, ma io avevo fretta, l'ho salutato con un "ciao çelà, ci vediamo" e ho proseguito .
Ora è tardi.
io vivo in un mondo pieno di gente che finge di essere quella che non è, ma quando parlo con te sono come voglio essere
martedì 27 novembre 2012
4 commenti:
Ho messo la moderazione non per censurarvi, ma solo perchè voglio essere la prima a leggere i vostri commenti una sorta di ius primae noctis.
L'ho messa anche perchè siccome non controllo quasi mai le mail, se qualcuno vuole mandarmi un messaggio privato ha la certezza che lo legga, nell'altro caso a volte passa pure un mese prima di...
Ciao a tutti, se non vi piace sappiate che a me non importa un fico secco.
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Triste...
RispondiEliminaO caz! Mi hai ricordato col finale un antico amico mio.
RispondiEliminaSi chiamava Mario e nessuno voleva avere a fare con lui perché dicevano che portasse jella. Non ho mai creduto a certe storie, però cercavo di non accompagnarmi troppo con lui altrimenti avrebbero finito di considerare anche me uno jettatore. Macabra ma vera la mia colpa. L'ultimo giorno che l'ho visto mi chiese se volevo provare con lui la moto nuova, una Benelli 250.
Non ho tempo, gli dissi e me ne andai.
Tre giorni dopo si è accoppato con quella Benelli.
Avevo voluto dimenticare sta cosa e adesso mi è tornata su.
Ci si sta tanto male dopo.
povero...:(
RispondiEliminaIl nocciolo, che non ingoio, è nell'ultima frase. Quante volte sono corso via dicendo non ho tempo. Il tempo non ritorna, ed ogni occasione mancata è un vuoto lasciato nell'anima. Sarebbe bello avere un sistema di deframmentazione che riordini i nostri spazi vuoti, ma indietro non si torna. Ciao Lì
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