Doveva essersi addormentata sulla spiaggia, sotto la schiena un sasso si stava conficcando nelle reni.
Anche Fabio doveva essersi addormentato come al solito aveva accavallato la gamba sopra di lei, doveva essere sicuramente così, perchè la gamba destra le si era addormentata.
Attraverso la stoffa del reggiseno sentiva il tepore caldo della sua mano che le cingeva il seno.
Iniziò a muoversi lentamente per scivolare di lato e liberarsi, doveva cambiare posizione.
Liberò la gamba, sorrise soddisfatta, e si bloccò di colpo, Fabio le stava leccando la gamba, anche nel dormiveglia del sonno si rese conto che non era possibile che lo facesse sulla spiaggia, aprì gli occhi.
La realtà arrivò fulminea e inclemente.
La stanza era illuminata di blu, segno che il film che aveva messo, chissà quando, forse un ora o due ore prima era finito, recuperò il telecomando sotto la schiena, e fece scendere il cane dal divano.
Non aveva nessuna voglia di alzarsi, riportare il piatto in cucina con gli avanzi del panino che aveva mangiato per pranzo, era uno sforzo troppo grande o semplicemente voleva portarsi dentro ancora per un po' il ricordo del sogno.
Lo sguardo di Laura si posò su una colonia di formiche , che chissà come e chissà da dove erano riuscite ad entrare nella sala. Avevano formato una fila ordinata, con apparente facilità salivano e scendevano dal tavolino su cui era appoggiato il piattino con gli avanzi. Trasportavano enormi briciole verso la propria tana, Lara si ritrovò ad invidiarle, quei piccoli esseri avevano una meta, lei aveva perso la sua negli ultimi cinque anni.
Gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre la solita domanda, iniziò a martellarle la testa, perchè? Perchè? Quando ho lasciato che la mia vita fosse uguale alla morte? Quando? Dimmi, dimmi quando, quando?
I singhiozzi giunsero clementi a placare la sete del suo cuore, così che i ricordi potessero passeggiare discreti senza rumore attraverso di lei.
Si erano sposati a maggio lei e Fabio, innamorati , complici ed amici, avevano scelto quella casa e riempita di pochi mobili essenziali, per il resto c'era tempo si erano detti.
Una cucina, una sala, due bagni, e due camere. La camera più piccola doveva essere stata la camera di un bambino, perchè era tinteggiata d'azzurro che verso l'altro sfumava in un blu intenso, su cui erano stati effigiati magistralmente i pianeti, il sole era la plafoniera centrale che illuminava la stanza.
Avevano deciso di lasciarla in quel modo nella speranza che fosse arrivato presto un bambino e fosse stato maschio.
Quel figlio però non era arrivato, al suo posto erano arrivate le visite mediche, i termometri per la temperatura, i ricoveri le inseminazioni e le domande senza risposte.
Perchè? Quando sono morta senza saperlo? Quando?
Quando io e Fabio ci siamo persi nessuno dei due è capace di dirlo, forse quando le certezze sono svanite del tutto, quando la speranza è diventata un compromesso accettato per andare avanti, quando neanche lei è bastata a riempire il vuoto di quella stanza.
Dopo l'ultima inseminazione fallita Fabio aveva provato a farmi tornare a vivere, ci sono le adozioni aveva detto, possiamo ancora avere un figlio se lo desideriamo, ma tu ora devi smettere di affannarti a rincorrere qualcosa che non arriverà.
Si era diretto verso la stanzetta, che tenevamo perennemente chiusa, aveva aperto la finestra, ed aveva iniziato a trasferirci computer e scrivania, mi aveva preso le mani, trascinato dolcemente dentro, e scandendo le parole mi aveva detto :
- questa stanza ha bisogno di vita, noi abbiamo bisogno di vita, della nostra vita! Con o senza figli, abbiamo diritto a vivere, per non impazzire dobbiamo chiudere le porte al sogno di avere un figlio nostro e aprire questa stanza ad un figlio che c'è, anche se non sappiamo ancora in che parte del mondo vive.
Ma io non ero pronta, lo avevo guardato senza vederlo.... lui aveva capito.
Era tornato da sua madre, concedendomi del tempo per pensare o forse decidere se fosse più importante il sogno di un figlio o la realtà insieme a lui.
Tu dimmi quando, quando
dove sono le tue mani ed il tuo naso
verso un giorno disperato
ma io ho sete
ho sete ancora
Questo racconto partecipa all'EDS il blues del blu della Donna Camel
Altri partecipanti all'esercizio di scrittura sono
Dario
Singlemama
MaiMaturo
Singlemama fa il bis
Pendolante
Call me Leuconoe
Marco C
Hombre
Calikanto
Cielosopramilano
Melusina
La Donna Camel
Melusina fa il bis
La donna Camel fa il bis
Brux
Hombre fa il bis
Dio, che noia, i blog al femminile. Versioni web di Donna Moderna. Moderna, poi, tsk. Sembra l'Italietta degli anni Cinquanta.
RispondiEliminaPuoi sempre non leggerli e non perder tempo a lasciare commenti, al posto tuo andrei in cerca di succulenti blog maschili ...chissà magari ne trovi uno di tuo gusto
Eliminagrandiosa!!!! (e con questo commento non mi riferisco al racconto)
Elimina"Val la pena esser solo, per essere sempre più solo?
RispondiEliminaSolamente girarle, le piazze e le strade
sono vuote. Bisogna fermare una donna
e parlare e deciderla a vivere insieme."
:) Spero che Fabio non si stanchi, ne varrebbe la pena.
Eliminae meno male alla fine han previsto pioggia e hai trovato l'ispirazione.
RispondiEliminasennò guarda tu che bel racconto ci saremmo persi...
brava.
Eh ma grazie!
Elimina( infatti è piovuto un po', Dio ! Quanta tristezza ancora dovrò affrontare nel lungo inverno!)
Fabio ha ragione: ci sono le adozioni. Figlio è quello che cresci, non necessariamente quello che concepisci e partorisci. A me una delle due figlie non me l'ha portata la cicogna, ma un volo Air France da Haiti, 24 meravigliosi anni fa.
RispondiElimina♥ certo che ha ragione, neanche il mio papà è cresciuto nella pancia di mia nonna è nato direttamente dal cuore.
EliminaD'accordo con Melusina che ci ha rivelato anche un pezzo della sua vita
RispondiEliminaPer Silver Silvan
RispondiEliminaHo eliminato i tuoi due commenti, acidi, offensivi, fuori luogo e cattivi, non perchè mi sono sentita toccata personalmente, ma perchè uno di essi era rivolto ad altri...
Evita di ripassare da queste parti se il blog non è di tuo gradimento. Se passi visto che non ti piaccio sei masochista, ma questi sono affari tuoi.
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EliminaMi pareva di averti commentato, i casi sono due: o sono finita nello spam, oppure sono rinco da bestia e chiedo scusa. Quello che volevo dire è che ho apprezzato il tuo lavoro di costruzione di una vera e propria storia, con personaggi e svolgimento: ben fatto. Il resto poi ai commenti finali.
RispondiEliminavai tranquilla non sei finita nello spam e neanche tra i rinco :-)
RispondiEliminami sembrava
strano che non avevi lasciato un commento ma aspettavo paziente la chiusura per leggere le tue impressioni