Steinlauf mi vede e mi saluta, e senza ambagi mi domanda severamente perché non mi lavo. Perché dovrei lavarmi? starei forse meglio di quanto sto? [...] Più ci penso, e più mi pare che lavarsi la faccia nelle nostre condizioni sia una faccenda insulsa, addirittura frivola: un’abitudine meccanica, o peggio, una lugubre ripetizione di un rito estinto. Morremo tutti o stiamo per morire: se mi avanzano dieci minuti fra la sveglia e il lavoro, voglio dedicarli ad altro, chiudermi in me stesso, a tirare le somme, o magari a guardare il cielo e a pensare che lo vedo forse per l’ultima volta; [...] appunto perché il Lager è una gran macchina per ridurci a bestie, noi bestie non dobbiamo diventare; che anche in questo luogo si può sopravvivere, e perciò si deve voler sopravvivere, per raccontare, per portare testimonianza; e che per vivere è importante sforzarci di salvare almeno lo scheletro, l’impalcatura, la forma della civiltà. Che siamo schiavi, privi di ogni diritto, esposti a ogni offesa, votati a morte quasi certa, ma che una facoltà ci è rimasta, e dobbiamo difenderla con ogni vigore perché è l’ultima: la facoltà di negare il nostro consenso. Dobbiamo quindi, certamente, lavarci la faccia senza sapone, nell’acqua sporca, e asciugarci nella giacca. Dobbiamo dare il nero alle scarpe, non perché così prescrive il regolamento, ma per dignità e proprietà. Dobbiamo camminare dritti, senza strascicare gli zoccoli, non già in omaggio alla disciplina prussiana, ma per restare vivi, per non cominciare a morire.
Se questo è un uomo, Primo levi
"Non possiamo capirlo;
ma possiamo e dobbiamo capire di dove nasce e stare in guardia.
Se comprendere è impossibile,
conoscere è necessario,
perché ciò che è accaduto può ritornare,
le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate:
anche le nostre."
Primo Levi
"I sommersi e i salvati"
sai Lillina, io avevo una persona molto cara, mio nonno materno, ebreo, che ha vissuto i campi, sia quello di Auschwitz e Birkenau...aveva una grande dolcezza e rispetto di ogni forma di vita, dei grandi occhi sempre malinconici...si è salvato, ma ha sempre sentito "la colpa" di essere sopravvissuto e mai ne parlava,è morto nel 2001, e solo dopo la sua morte ho trovato le sue cose...lettere commuoventi ai suoi parenti (tutti morti)ed il suo libretto di internato... portava sempre i polsini della camica allacciati, perchè nessuno doveva sapere che lui era sopravvisuto...lo ricordo spesso, non soltanto in questo giorno, perchè lui ha dato più senso alle ragioni della mia vita di quante ne potessi avere da tante altre cose...
RispondiElimina>3
EliminaGrazie Lillina per aver pubblicato questi pensieri.
RispondiEliminaStavo giusto notando come la ragione cerchi di fuggire da queste testimonianze - troppo orrore, insensato e ripetuto per giorni e giorni - e la frase di Levi "Non possiamo capirlo" mi ha dato una diversa chiave di lettura.
grazie, lillina.
RispondiElimina♥