io vivo in un mondo pieno di gente che finge di essere quella che non è, ma quando parlo con te sono come voglio essere

giovedì 27 febbraio 2014

Bel lavoro!

Vi avevo detto che sabato mio figlio compie 18 anni e che avrei realizzato qualcosa per gli invitati, diciamo una sorta di bomboniera, ho finito grazie anche all'aiuto delle mie cuginette.

Ho realizzato delle coccinelle a cui si sono aggiunti altri lavori che ho ritenuto indispensabili, per cui oltre a 80 coccinelle ho realizzato un contenitore a forma di quadrifoglio, il numero 18 per addobbare il tavolo con la torta invece dei soliti palloncini gonfiati a  elio, e 8 centrotavola.

Costo totale 17.50 ma mi è avanzata roba che posso utilizzare in futuro.
Vi spiego in dettaglio la realizzazione.

Coccinelle:
Panno lenci nero e rosso (ne ho comprato 1 metro in totale, ma mi è avanzato metà, costo 7 euro.
Ho ritagliato le sagome, due nere per il corpo e una rossa per le ali, le ho unite cucendo a macchina.
Le ho riempite di paglia sintetica ( avanzata dai cesti natalizi) e ricucito a mano il buchino lasciato aperto. All'interno ho inserito anche un pezzetto ci cartoncino per fare in modo che la bombatura risultasse verso l'alto e che la parte di appoggio fosse piana.
Per i pois neri, dopo l'intoppo degli strass auto aderenti che venivano via ho cucito delle perline di conterie. Le perline le ho prese da un top che non usavo visto che le mercerie ne erano sprovviste. Non ci ho dormito una notte su questo problema poi mi si è aperto un cassetto e ho tirato fuori il top! Per le antenne è bastata una gugliata di lana nera.
Le ho fissate su del tulle verde in cui ho messo alcune mentine.

Ovviamente 80 coccinelle avevano bisogno di un contenitore, così ho fregato degli scatoli al super mercato e con spillatrici  e scotch ho realizzato un quadrifoglio. Inseguito ho dato l'effetto cartapesta utilizzando carta igienica tempere e vinavil. A mia cugina per l'ultima mano di colore è venuta l'idea di dargli l'effetto Thun ovvero fare un petalo di colore diverso, è venuto carinissimo. Costo zero, avevo tutto in casa .

Il 18

Ho realizzato con la stoffa l'uno e l'otto e li ho imbottiti come cuscini, tema sempre le coccinelle, l'uno è nero e funge da testa, l'otto rosso a pois. Per tenerli diritti ho preso in prestito l'espositore delle Katane dell'altro figlio. Costo zero, la stoffa rossa era un ritaglio che avevo in casa, la nera.....ho fregato a mamma una gonna che non indossava più. In questo modo ho risparmiato i panno lenci ;)

Centrotavola.

È una cascata, ovvero un tubo fatto col bristol inserito in una base di polistirolo, per le cascate ho utilizzato un foglio A4 tagliato a striscioline sulle cui estremità ho attaccato  coccinelle (solo un disegno tranquilli) e il numero diciotto. Aggiungerò dei ramettini reduci da vecchi addobbi natalizi . Costo 0,50 il bristol.

Due rotoli da 10 mt di tulle made in cina, uno usato per le bomboniere l'altro lo userò per addobbare il tavolo al ristorante . Costo 10 euro.

Lo so che siete curiose..... le foto arriveranno dopo la festa.

mercoledì 19 febbraio 2014

99 anni di tenerezza

Auguri nonno, sei il gioiello più prezioso che abbiamo in famiglia.


Ti ho fatto la torta al caffè, così almeno visto che non puoi berlo alla sera per via della pressione ti fai la bocca col dolce e dormi felice.

lunedì 17 febbraio 2014

Figli, amici e lavoro

Oggi ci sono 25 gradi e ti viene voglia di andare in spiaggia.
Ma è un periodo caotico, mille cose da fare e un work in progress per i primi 18 anni del piccolo di casa.
Sto tagliando, cucendo, incollando, sperimentando e disfacendo, se riesco poi posterò qualcosa.
Sappiate solo che si tratta di coccinelle, dicano portino fortuna e coi tempi che corrono questi giovani ne hanno davvero bisogno.
Il compleanno è il 1 marzo, ho tempo, ma il lavoro è tanto. A volte mi chiedo perchè mi vado ad impelagare in lavori così ardui, basterebbe andare in un negozio, scegliere pagare e il gioco è fatto, ma io no, sono un caso disperato.

Il bimbo è partito con invito alcuni amici, poi quando tireremo le somme finali è da vedere se saremo in 60 o 80 che lo possero! Sto creando un pensierino per ognuno di essi, ha buttato li che gli sarebbe piaciuto gli facessi qualcosa..... Ovviamente non ho voluto scontentarlo.

martedì 11 febbraio 2014

Fili spezzati

..." Non so che albero era,  ma era grande, seduti ai suoi piedi su una pietra, davanti a noi il canalone di una valle e difronte all'altezza dei nostri occhi, la distesa di verde della collina su cui in lontananza sorgeva un vecchio monastero".
È così che avrei iniziato a raccontare la mia storia.
Ma non c'era nessuno a cui raccontarla, o almeno ora era troppo tardi per farlo. 
Un giorno per non perderne la memoria decisi di scriverla.
Scrissi di noi su pezzi di carta rubati a quaderni ingialliti, su risme vergini e bianche, persino su un masso corroso dalla salsedine. Ho usato matite, penne, tizzoni, finanche rossetto.
Ma quello che rileggevo non parlava di noi.
Tornai indietro nel tempo sotto quell'albero milioni di volte, mancava qualcosa, solo adesso mi rendo conto che mancavi tu...

-Mammaaaaa, maaaaaa, dov'è la mia felpa verde?
- È da stirare, smettila di urlare che sto lavorando.
- Dai stirala per favore, tanto l'inserto romantico per  cuori infranti può aspettare.
- Guarda che  gli inserti romantici, come li chiami tu, ti finanziano la benzina per la moto, il cibo, le vacanze e tutti gli extra di cui non puoi fare a meno. Se vuoi la felpa te la stiri, e con questo la discussione è chiusa.
- Capito mammina, però per favore me la stiri la felpa?
- Ringrazia il mio cuore tenero se te la stiro, e va ad aprire la porta che hanno suonato.

Un'ora più tardi me ne stavo seduta davanti al computer cercando di riprendere il filo interrotto della mia narrazione.

Ero sola perchè tu non mi amavi, mi offrivi il tuo corpo, vuoto come un cielo senza stelle. Sentivo la lotta e la tua resistenza. Il non dare a te stesso spazio per paura che quel vuoto fosse riempito da me e ancora peggio da noi.

Non funziona, oggi scrivere è come sottopormi a una tortura cinese, le idee si aggrovigliano, benchè ci siano, e sento che sono tutte li pronte ad essere tirate fuori. Probabilmente sto diventando davvero troppo mielosa e lacrimevole. Magari gli do una svolta, metto da parte la prima bozza che ho fatto e gli faccio prendere un'altra strada.
A cambiare strada sono bravissima, purtroppo non solo quando scrivo. Ad essere onesta l'unica volta in cui ho invertito realmente la marcia è stata quattro anni fa.
A volte mi chiedo ancora come sarebbe stato se quella sera fossi stata più egoista, meno comprensiva, meno orgogliosamente donna, meno indipendente.
Avevo passato la vita a chiedermi che faccia a avesse mio padre, e quella sera quando la luce calda e arancio degli ultimi raggi di sole del tramonto gli illuminarono il viso potei vederlo, e insieme a lui rivedere il volto di cento padri persi.

Viveva in America, e mentre lo diceva guardava l'orizzonte come se coi suoi occhi chiari, oramai appannati dal velo bianco della vecchiaia avesse potuto scorgerla in lontananza. Era agitato e continuava a guardarsi intorno come se temesse che da dietro le piante di agave potesse spuntare una minaccia.
Aveva avuto altri figli, mi mostrò le foto che guardai come si guardano le foto di perfetti estranei. Per ultima tirò fuori la foto ingiallita e spiegazzata di mia madre, la riconobbi senza bisogno che dicesse nulla, ero io con abiti meno alla moda.
Avrei voluto chiedere perchè non si era fatto vivo per tutti questi anni, urlargli la mia rabbia, e che senso avesse ritornare ora quando oramai non avevo più bisogno di lui. Ma restai in silenzio. Aspettai che fosse lui a parlare.

Aveva scoperto della mia esistenza un mese fa, sfogliando una rivista. Per uno strano destino una coppia di amici dei figli da una vacanza in Europa avevano portato dietro una copia di Hola su cui c'era una mia foto. Aveva scoperto che ero stata cresciuta da una coppia tedesca, trapiantata in Spagna per lavoro. Aveva sempre pensato che anche io fossi morta insieme a mia madre.

Prima di andar via mi consegnò una cartelletta, dicendomi che tutto quello che avrei dovuto sapere era la dentro, e che ora quando avrebbe guardato l'orizzonte al di là dell'oceano qualunque colore avesse avuto per gli altri per lui sarebbe stato verde. Verde come quel raggio verde che una strana alchimia  forma a volte prima che il sole trovi riposo per la notte, verde come la luce del lampione che illuminava la baia dell'amore perduto di James per Daisy.
Verde come i campi di grano ancora giovane che aveva attraversato sul treno che lo conduceva verso una morte che ti rendeva tale anche se ancora respiravi. Verde che era diventato il simbolo della felicità quando la neve e il ghiaccio aveva trasformato il paesaggio in uno spettro lunare e il freddo e la fame impedivano di pensare di essere ancora un uomo in mezzo ad altri uomini.

Andò via, non accennò a toccarmi ed io che mi credevo troppo adulta per allungare una mano in cerca di mio padre feci altrettanto.

La lessi quella cartelletta. Mi ci vollero mesi per poter proseguire altre quei numeri di matricola a sei cifre dietro ai quali c'era la mia famiglia. Mi ci vollero altrettanti mesi per poter comprare un biglietto aereo diretto verso il mio passato.
Arrivai in tempo per vederlo morire. Mentre la sua vita si spegneva mi guardava sorridendo. Io guardavo il suo braccio sinistro.

Avevi voluto vedermi per l'ultima volta, forse ti saresti ritirato  proprio in quel monastero al di là della valle.
Non sarei stata al tuo gioco, non sarei tornata ai piedi di quell'albero per allungare lo sguardo verso un cortile in cui avrei potuto vederti. Non l'avrei fatto, avevo altre priorità che avrebbero potuto essere anche tue se solo avessi voluto.
Tu non lo sapevi ma avevi fatto in modo che per il resto della vita io non fossi più sola.

                                                                                                                           Fine

- Ivan sei pronto? Ho finito
- Che palle, non ho voglia di venire dagli zii e mangiare Kosher
- Non fare la solita lagna tanto lo sai che in caso non ti piaccia  in frigo hanno gli hamburger per te.


Questo racconto partecipa all' EDS del vicino è sempre più verde lanciato dalla Donna Camel.

Partecipanti
Angela
Michele
Melusina
Hombre
La donna Camel
CaliKanto
Dario
Pendolante
Pendolo
Melusina 2
Gordon
Melusina 3
Singlemama











domenica 9 febbraio 2014

Il tutto del nulla

E lotti, lotti, lotti,
per restare a galla,
per non perdere l'equilibrio.
Quando credi di essere salvo ti giri e vedi la morte negli occhi di chi
spettatore e protagonista ti osserva.

Muori cento, mille volte, in silenzi che urlano nel torpore
delle tue speranze,
che restano immobili a boccheggiare come un pesce rosso in una boccia troppo piccola e oramai senza aria.
Tutto è sporco di livori, muschi verdastri ricoprono le pareti mai state perfettamente nitide.
Come una pellicola in bianco e nero su cui ti rendi conto di aver immortalato solo il nulla.

Con passi tremanti, prosegui.
Quegli occhi ti guardano,
capaci di spingerti avanti anche se restano immobili,
allora capisci che quello che chiamavi nulla
è la tua forza.


mercoledì 5 febbraio 2014

Scirocco

Lavo la polvere,
polvere di deserto portata dallo scirocco,
vento di passione, caldo e sporco di tormenti.
Abbracci sciolti,
sporchi d'amori consumati in fretta in attesa di un estate in cui
asciugare le lacrime.

martedì 4 febbraio 2014