io vivo in un mondo pieno di gente che finge di essere quella che non è, ma quando parlo con te sono come voglio essere

mercoledì 6 giugno 2012

Anti mafia

Ieri sera ero in piazza per  un evento giusto per dire che perse le elezioni non ci fermiamo.




 La Federazione della Sinistra e Cambia Paola hanno aorganizzato un incontro con Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato, rimasto vittima nel 1978 di una fitta maglia di intrighi che videro l'intreccio perverso tra la criminalità organizzata e settori deviati dello Stato, che riuscirono anche a ritardare fino al 2002 l’accertamento della verità sull’omicidio.

Giovanni Impastato è il testimone diretto della realtà di quegli anni, caratterizzati dalla crisi economica e dall’acuirsi del conflitto politico e sociale, vivendo personalmente i tragici avvenimenti che contrassegnarono quell'epoca, ritratti anche dal famoso film " I cento passi", imperniato, come noto, proprio sulla vita, la morte e l’impegno del fratello Peppino, che era e resta il simbolo di chi si oppone con la schiena dritta e a viso aperto contro il malaffare mafioso.Un testimone prezioso, ma anche un compagno impegnato ancora oggi contro le diseguaglianze, le ingiustizie, le violenze di tutti i tipi.
Come Federazione della Sinistra e Cambia Paola, abbiamo ritenuto importante fare tesoro della partecipazione di Giovanni Impastato anche per lanciare ai cittadini, ai gruppi sociali ed alle associazioni il giusto segnale di un impegno politico e sociale che non scema affatto dopo la recente campagna elettorale comunale e che anzi vogliamo rilanciare a 360 gradi, sul terreno culturale e su quello dell'iniziativa politica e sociale.





Giovanni Impastato dice : dobbiamo riportare al significato più corretto la parola "legalità", che non va intesa come rispetto delle leggi, così come trovo scritto nelle scuole quando vado a farvi visita, ma legalità va intesa come rispetto dei diritti umani, come sappiamo le leggi non sempre lo fanno, si pensi d Hittler e alle sue leggi.
Non sto qui a ripetere oltre le sue parole, vi racconto solo un piccolo aneddoto che ci ha regalato ieri sera.


A Palermo conobbe sia il giudice Falcone che Borsellino, Falcone era direttamente impegnato nelle indagini sulla morte di Peppino  quindi era naturale averci dei contatti, lo descrive come un uomo altero, molto riservato, un uomo che si scriveva da solo i verbali di deposizioni, e molto restio a dare confidenza , i loro incontri erano sempre professionali.
Borsellino invece , due anni prima che fosse ucciso, quando la rete di protezione non era ancora troppo intensa, la mattina sfuggiva alla scorta, arrivava davanti all'attività di Impastato con la bandana in testa a bordo della sua bici, praticamente irriconoscibile, era molto più aperto e simpatico di Falcone, almeno così ci ha detto.




Allego un Intervista del 19 marzo 2012


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