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Forse per il bene di chi mi ascolta dovrò imparare a mentire ahahahah
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Di anni 32 - ingegnere elettrotecnico - nato a Ferrara il 2 ottobre 1911 -. Dirigente alla Èrcole Marcili - dopo il 25 luglio 1943 intra- prende l'organizzazione degli operai di Sesto San Giovanni (Milano) per la difesa delle fabbriche - dopo 1'8 settembre 1943 è designato a far parte del cln di Sesto San Giovanni come rappresentante del Partito Socialista Italiano - nella primavera del 1944 è attivissimo in azioni di sabotaggio a Milano e in altri settori lombardi - collabo- ra a tentativi di liberazione di prigionieri politici incarcerati a Mila- no -. Arrestato il 13 luglio 1944 allo stabilimento Èrcole Marcili, in seguito a delazione, per opera di ss tedesche - tradotto nelle car- ceri di Monza, poi al 5° raggio delle carceri San Vittore in Milano - più volte torturato -. Fucilato il io agosto 1944 in Piazzale Loreto a Milano, da plotone fascista, per rappresaglia allo scoppio di una bomba su di un automezzo tedesco in Viale Abruzzi, con Giulio Ca- siraghi ed altri tredici. (Lettera scritta alla moglie quando iniziava l'attività partigiana che lo avrebbe condotto alla morte). Milano, 31.7.1943 Nadina mia, ogni movimento di popolo è un dramma che bisogna provare prima di andare in scena e nessun dramma si sal- va dal grottesco quando si rappresenta per prova: sa Dio se le guerre sono cose serie ma non vi è nulla di più comico di una finta battaglia. Questa sorte ebbero in passato i cosidetti movimenti ri- voluzionari: anche allora furono destituite autorità, disar- mate guarnigioni, presi ostaggi, interrotte strade, ma an- che allora il movimento non aveva un proposito, ne un piano. Non vi furono tragedie e mancò la farsa perché il ri- dicolo raggiunse la malinconia : non si può ridere se manca ai protagonisti un minimo di serietà e in quel finto duello l'impostura della plebe e la paura della borghesia non po- tevano divertire perché facevano pietà. Oggi non deve succedere come allora. In questi giorni ho vissuto ore febbrili ed ho giocato il tutto per il tutto. La più grande carta della mia vita è stata giocata e non è più possibile tornare indietro. Per i nostri figli e per il tuo avvenire è bene che tu sia al corrente di tutto, anche perché a tè io ricorro nei momenti più tragici e più diffìcili della mia vita. Qui io ho organizzato la massa operaia che ora dirigo verso un fine che io credo santo e giusto. Abbiamo già avuto riunioni e non credevo di poter riu- scire a coordinare ciò che venti anni di falso patriottismo aveva sradicato e distrutto. Sono trascorsi molti anni da quando si erano fatte le barricate ed era corso il sangue, da quando i labari più o meno rosi erano stati levati in bat- taglia e i nuovi capi e il popolo si erano vestiti di nobiltà per vivere un atto di dramma. Quanto lontani sono i giorni che nella nostra città si era fatto fuoco sulla folla insorta e un fremito di sollevazione aveva percorso l'Italia. Ma allora come oggi mancava il lie- vito dell'azione e quando si diceva fatica da schiavo e paga di fame, non erano spunti romantici ne pretesti tribunizi, erano gridi di umanità: se vi sono delle piaghe che brucia- no e dei bisogni che spingono, si esce e si fa guerra. Tu, Nadina, mi perdonerai se oggi io gioco la mia vita. Di una cosa però è bene tu sia certa. Ed è che io sempre e soprattutto penso ed amo tè ed i nostri figli. Ve nella vita di ogni uomo però un momento decisivo nel quale chi ha vissuto per un ideale deve decidere e ab- bandonare le parole. In questi giorni ho vissuto ore di dramma e la mia vita ha avuto momento di tragedia. Tu però sii come sempre calma e pensami con tutta l'anima perché ora ho tanto bi- sogno di sentirti vicina. Sono un po' triste e molto preoccupato perché gli eventi procedono diversamente da quanto si sperava. Baciami tanto i bambini e prega con loro Umberto P.S. Distruggi questi fogli. |
Gli esseri umani possono attraversare momenti così importanti della loro vita erotica senza rendersene conto, talvolta, addirittura, senza neanche avere la minima idea della loro esistenza; o altrimenti, diventandone consapevoli, si ingannano completamente nel giudicarli. Questo succede non solo nelle condizioni nevrotiche, in cui siamo abituati a questo fenomeno, ma sembra essere abbastanza comune anche nella vita normale.