io vivo in un mondo pieno di gente che finge di essere quella che non è, ma quando parlo con te sono come voglio essere

venerdì 1 marzo 2013

Profumo di marsiglia

Luigi si stiracchiò sotto le coperte, godendosi il tepore del letto prima di iniziare un' altra giornata.
Si girò su un fianco e indugiò a lungo sul volto della moglie ancora addormentata.
Carla era sempre bella come la prima volta che l'aveva vista. Era estate, indossava una gonna al ginocchio  e una magliettina con dei grossi girasoli.
L' aria calda portava con se il profumo dei colli in cui il fieno era stato mietuto e si mescolava al  suo profumo di violette.
Stava aspettando la corriera per Buon Convento e per ingannare il tempo leggeva un libro.
Sorrise  ricordando il disgusto provato quando con la coda dell'occhio era riuscito a leggere il titolo, La Noia Di Moravia, quel libro in seguito sarebbe stato oggetto di molte amabili discussioni tra loro, ma prima di questo c'erano stati mesi fatti solo di sguardi.
Si alzò, in punta di piedi si diresse verso la camera dei bambini, come al solito il piccolo aveva perso le coperte, le sistemo facendo attenzione a non svegliarlo, Angela invece come d'abitudine si era aggrovigliata con le coperte e le lenzuola, sembrava una piccola mummia, sa dio come fosse possibile che durante la notte potesse rigirarsi così tanto, spense la piccola lampada che proiettava stelle e lune sulle pareti della cameretta e si diresse verso la cucina.
C'era puzzo di fritto dalla sera precedente, aprì la finestra prima di dirigersi come al solito verso la radio, accese un bastoncino profumato alla vaniglia che teneva sempre di scorta in un cassetto della credenza.
Cercò la stazione del giornale radio, girando avanti e dietro la grossa manopola nera. La prima edizione sarebbe iniziata tra poco ora davano la nuova di De Andrè bocca di Rosa, gli piaceva quella canzone, alzò lievemente il volume e si preparò un caffè.
"Metteva l'amore sopra ogni cosa", quanto gli piaceva quel verso  anche se gli procurava dolore e senso d'impotenza, anche lui aveva conosciuto una "Rosa", anche se la vita della sua Rosa era molto diversa da quella di cui cantava la canzone.
Rosa era sua madre, una donna solare e piena d'amore.
Da piccolo pensava che lei fosse la donna più felice del mondo, solo diventando adulto capì che quel suo essere sinceramente ottimista era dato dall'aver conosciuto cosa volesse dire il dolore.
Sesta figlia di una famiglia non particolarmente agiata era stata allevata da una zia che non aveva avuto figli, tornava a casa dai fratelli ogni due settimane.
Inesorabilmente si sentiva ospite in quella che avrebbe dovuto essere la sua casa, estranea anche alle carezze di quella madre che impacciata non sapeva darle le stesse attenzioni che dava agli altri figli.
Capì crescendo che era normale o quasi o forse se ne volle convincere per andare avanti con la sua vita il più serenamente possibile. Quando tornava a casa  riempiva la vasca da bagno con acqua bollente e si lavava, ne usciva fumante con la pelle arrossata che odorava di marsiglia, gli occhi lucidi e un po' tristi tornavano ad essere rivolti al futuro.
Intanto il caffè che stava uscendo, inondava la stanza di un aroma inebriante che lo scosse dal suo pensare.
Prese una tazzina si versò la sua prima tazza fumante, come sua madre neanche lui amava lo zucchero, mentre beveva non riusciva ad impedire ai ricordi di farsi largo nella sua memoria a quel giorno in cui aveva detto alla madre che aveva trovato la donna che voleva sposare.
- Sei sicuro di volerti sposare davvero? Sei ancora molto giovane.
- Si mamma lei è la donna giusta per me, vedrai quando la conoscerai l'amerai anche tu.
- Su questo non ho dubbi, ma voglio farti una domanda, perchè ti sposi?
- Perchè la amo, perchè con lei rido, parlo, piango. Con lei posso essere me stesso, non ho bisogno di lei per vivere, ma lei mi rende la vita più bella. Ma insomma mamma che domande mi fai, infondo tu e papà siete stati sposati per anni, dovresti sapere il motivo per cui ci si sposa.
- I tuoi mi sembrano tutti buoni motivi.
Disse solo questa frase mentre mi sorrise alzandosi dalla sua poltrona,  i suoi occhi erano velati di lacrime.
Pensai che era solo la commozione nel vedere uno dei suoi figli cresciuto e pronto per iniziare una nuova vita, ma mi sbagliavo.
Mia mamma e mia moglie diventarono inseparabili, fu davanti ad uno dei loro interminabili tè che venne fuori la vera storia  della sua vita e il motivo di quelle sue lacrime all'annuncio del mio matrimonio.
Aveva sposato mio padre, principalmente per scappare via dalla casa dei suoi in cui era tornata dopo varie vicissitudini che avevano portato la zia con cui viveva ad emigrare in America.
La madre non si sa perchè solo allora si rese conto che non poteva lasciare andare per sempre sua figlia, così Rosa era tornata in famiglia.
Non c'era amore in quella casa, non una carezza un gesto d'affetto, ricordava solo lavoro e rimproveri e una sorta di malsana competizione tra sua madre e lei.
Così il primo uomo che chiese la sua mano diventò suo marito.
Mio padre era un buon uomo, lavoratore, mai violento e con un forte senso di responsabilità, ma finiva lì.
Non era particolarmente loquace, tornato dal lavoro si stendeva sul divano per svegliarsi all'ora di cena. Quello in cui era bravo era fare polemiche su tutto, su cose così banali che a raccontarle sembrano irreali.
A volte litigavano. Ma la mamma riusciva sempre a riportare la pace e a mantenere la calma. Mio padre si pentiva di aver permesso a mia madre di aprire la merceria, diceva che le portava via molto tempo, ma soprattutto perchè l'aveva resa troppo indipendente. Diceva che le mogli degli altri non erano come lei, quando parlavano i mariti non si intromettevano.
Io non ho mai capito se mia madre soffrisse, è stata brava a non tradirsi, ricordo solo che a volte sembrava molto stanca  e che passava molto tempo in bagno, quando usciva profumava di marsiglia e sembrava felice.
È strano scoprire solo ora che in quel bagno annegava il dispiacere, il senso di impotenza e la speranza di non causare problemi a noi figli.  In quel bagno piangeva per la consapevolezza di non aver incontrato l'amore, e che mai probabilmente avrebbe avuto più la possibilità di farlo.
Il giorno in cui le avevo detto che mi sarei sposato i suoi occhi si velarono di lacrime per l'emozione e la gioia, ma anche per quella mia frase .....dovresti sapere il motivo per cui ci si sposa....sapeva benissimo i vari motivi ma nel suo caso erano stati quelli sbagliati.
Il rumore dei passi nel corridoio lo riportarono al presente, Carla si era svegliata. gli sorrise ed iniziò a far bollire il latte per la colazione.

Poi si girò di scatto puntò un dito contro di lui e prima di scoppiare in una fragorosa risata declamò i soliti due versi di quel libro che sa solo iddio come era diventato la colonna sonora della loro storia d'amore

E dei sentimenti non è così facile liberarsi come delle idee: queste vanno e vengono, ma i sentimenti rimangono.
Anche questa cosa che ho scritto, partecipa all'EDS  sniff-sniff- odori antichi di LDC.
Dio solo sa come ma è uscito fuori, sono stata giorni senza pc ieri ed oggi per il compleanno del mio piccolino (17 anni) sono stata super impegnata. Non mi piace dovrei cambiare molte cose, a tratti è mieloso  e scontato, molte parti andrebbero riscritte, avevo in mente un altro tipo di taglio ma poi scrivendo è uscito sta cosa....be perdonatemi fatemelo passare lo stesso .

Atri partecipanti:

Dario
Melusina
Hombre
Cielo
Pendolante
MaiMaturo
F
La donna camel

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8 commenti:

  1. Era una cosa più diffusa di quanto credessi, il fatto di spostare i bambini, ma soprattutto le bambine, presso parenti, zie, nonne o cugini facoltosi. Magari non sei soddisfatta in pieno o non l'hai scritto precisamente come avresti voluto, ma secondo me rendi bene la situazione, il senso di abbandono doppio subito dalla tua protagonista, la prima volta dalla mamma vera e la seconda dalla mamma-zia. Sei stata brava anche a datare l'epoca per mezzo di una canzone (ma mi sa che all'epoca Bocca di rosa non la trasmettevano alla radio, era considerata immorale! :-)

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    1. Dello spostare i bambini mi parlò mia nonna molto ma molto tempo fà, strano come sta cosa mi sia tornata in mente mentre scrivevo.

      Accidenti alla censura! Magari luigi la stava ascoltando su uns stazione pirata ahahahahha

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  2. E' bello sto racconto Lilli'...tranquillizzati e lascialo così com'è, i ricordi stanno li e non capiremo mai perché inaspettatamente vengono fuori. Noi non li possiamo comandare. Mai. Brava.

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  3. Piace parecchio anche a me: brava, Lillina.

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  4. Per fortuna lo hai scritto. Anche io ho conosciuto una persona allevata dagli zii e molti, anche oggi, si sposano per sfuggire alla famiglia.

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  5. C'è tutto quello che dovrebbe esserci e tu sai bene dove intervenire... scalpello e bulino (se si vuole, se no va bene lo stesso) :-)

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  6. Si vede che la storia ti ha preso per mano e ti ha fatta volare lontano, nel cielo dei ricordi, delle leggende rurali di un tempo che non è poi così lontano. Infatti credo che ognuno di noi lettori sia riuscito a trovarci dentro qualcosa del suo passato. Qualcosa che non è solo un odore. Grazie, cara.

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  7. E' vero, anch'io ho una zia che fu allevata fuori casa anche se la sua storia è un po' diversa. Questo racconto incuriosisce e coinvolge e cala nell'atmosfera della mattina silenziosa al profumo del caffè:)

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Ho messo la moderazione non per censurarvi, ma solo perchè voglio essere la prima a leggere i vostri commenti una sorta di ius primae noctis.
L'ho messa anche perchè siccome non controllo quasi mai le mail, se qualcuno vuole mandarmi un messaggio privato ha la certezza che lo legga, nell'altro caso a volte passa pure un mese prima di...
Ciao a tutti, se non vi piace sappiate che a me non importa un fico secco.